mercoledì 23 giugno 2010

La FLC-CGIL per lo sciopero del 25 giugno

IL 25 GIUGNO, SCIOPERO GENERALE

I comparti della conoscenza, pubblici e privati, scioperano per l'intera giornata

25 giugno sciopero generale: la crisi solo sulle spalle dei più deboli. Noi non ci stiamo

La manovra Berlusconi-Tremonti non è inevitabile né l’unica possibile.
Una manovra da 25 miliardi a carico solo di lavoratori, pensionati, disoccupati, precari. Ecco cosa propone il Governo per uscire dalla crisi. Una crisi certamente di dimensioni internazionali che il governo Berlusconi non ha saputo né voluto gestire. Un governo sprecone, che in due anni ha eroso l’avanzo costruito dal governo Prodi, senza idee né politiche che prepara una legge finanziaria ingiusta e iniqua che toglie a chi ha di meno e non chiede 1 euro a chi ha di più.

I lavoratori pubblici pagheranno a caro prezzo l’incapacità dei nostri governanti di amministrare la cosa pubblica: in termini di soldi e diritti, con il blocco per 3 anni degli stipendi e dei rinnovi contrattuali, mentre il congelamento delle carriere nella scuola metterà un’ipoteca anche su buonuscita e pensioni. Qualcuno la crisi la pagherà per sempre. Salvi, invece, i grandi patrimoni e le rendite finanziarie: nulla a loro carico, neppure sulle transazioni finanziarie, quelle operazioni che permettono a pochi molto ricchi di lucrare sulla crisi. Lavoratori e cittadini la crisi la pagheranno 2 volte: con il taglio degli stipendi e il taglio dei servizi, a cui saranno costretti gli enti locali. Chi perderà il lavoro – e saranno molti – la pagherà 3 volte. E intanto gli evasori ringraziano.

Questa manovra non sarà nemmeno sufficiente e dovremo aspettarci ulteriori “correzioni” negli anni a venire. Il prezzo pagato sarà a perdere, perché non c’è nessuna misura a favore del rilancio dell’economia, dell’occupazione, nessun investimento in innovazione... niente di niente.

La Cgil proclama lo sciopero perché ci sono alternative alla manovra del governo, eccone alcune:

la lotta all’evasione per far emergere 50 miliardi in 3 anni
la lotta alla corruzione, che ci costa 60 miliardi l’anno
la lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione per recuperare 80 miliardi
abbassamento degli stipendi di politici e top manager
aumento dell’aliquota fiscale per i redditi alti

e poi il piano straordinario per il lavoro basato su buoni investimenti che permette di rilanciare l’economia e l’occupazione.

L’analisi e le proposte della Cgil (file pdf). I nostri approfondimenti

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